Gabriele d’Annunzio
Gabriele d’Annunzio era arrivato a Firenze nel 1898 insieme ad Eleonora Duse e qui aveva vissuto per dodici anni, perfettamente a suo agio in quell’ambiente intellettuale e artistico, all’epoca fra i più fecondi e vivaci del mondo.
Va ad abitare nell’antica Vila dei Capponi (La Capponcina) sulla collina di Settignano, nei pressi di Firenze, per avvicinarsi all’attiguo villino della Portiuncola, dove viveva Eleonora Duse.
Ha modo di frequentare le sorelle Gramatica, che scelsero come rifugio la villa “La Quarnarina” in Signa, per riposarsi dalle fatiche teatrali; esse lo ospitarono per lunghi soggiorni durante i quali il D’Annunzio fece pazzie per le terrecotte della Manifattura di Signa; le sue dimore traboccavano di questi manufatti, alcuni famosi realizzati espressamente per lui. In particolare, un’enormità di manufatti si trovavano appunto alla Capponcina.
Tutto il prezioso arredamento che aveva arricchito la dimora sarà venduto all’asta per soddisfare i creditori, dopo la fuga in Francia nel 1910.
Tale ammirazione verso la Manifattura di Signa si ritrova nel testo d’una pergamena che Gabriele D’Annunzio, dettò agli operai della Manifattura in occasione della nomina dell’amico Camillo Bondi a Cavaliere del Lavoro: “Al nuovo Cavaliere del Lavoro, Camillo Bondi, che su la riva dell’Arno testimone d’ogni più animosa opera umana suscitò un giovine popolo d’artefici e l’educò al culto degli esemplari eccellenti, rianimando l’argilla etrusca già dall’antico vasaio condotta all’eterna vita della bellezza: i cooperatori umili ma fervidi offrono per giorno dell’alta onoranza questo segno di granulazione e di devozione concorde”.