Cappello estivo circolare, di paglia, rigido, con calotta (cupola) piatta, ornato da un nastro e con una piccola tesa diritta, appartenente al guardaroba sia maschile che femminile.
Viene chiamato anche canotier, derivato dal francese à la canotier, o «cappello alla canottiera»; questo cappello è circondato da un fiocco nero o blu, fermato a fiocco piatto con lunghe cocche che scendono sul dietro. In inglese è detto sennit, straw boater oppure straw sailor. A Milano è chiamato familiarmente magiostrina. A Venezia il cappello da gondoliere si chiama mariegola, che nella versione estiva è di paglia intrecciata, con il doppio raso di guarnizione.
STORIA – Creato come cappello per bambini (“Les coquelicots”) fu in seguito usato anche da adulti, uomini e donne. Dalla fine dell’Ottocento completerà l’abbigliamento di artisti del cinema e del teatro. Era il cappello da scena e da set di Maurice Chevalier, di Odoardo Spadaro e, sfrangiato a stella, di Nino Taranto. È tra i cappelli più usati da Gabriele D’annunzio. Divenne il copricapo di coloro “interventisti” che manifestarono nelle piazze perché l’Italia intervenisse nella Prima Guerra Mondiale. Il cappello fu indossato dai canottieri, abbinato a blazer a strisce e pantaloni di flanella, costituiva l’uniforme per lo sport estivo del canottaggio dalla fine dell’Ottocento fino a circa il 1940. In versioni diverse la paglietta è divenuta decisamente popolare negli anni ’20 del secolo scorso, come copricapo femminile, con l’aggiunta di decorazioni varie (nastri, fiori e frutti artificiali, e similari), e come parte dell’uniforme estiva di molti collegi femminili inglesi.
CURIOSITÀ – Il 29 novembre 2014 è stato emesso dalle Poste Italiane un francobollo da 80 centesimi “Industria della paglia di Firenze”, in occasione del trecentesimo anniversario della fondazione dell’industria della paglia che si diffuse in un vastissimo territorio dell’hinterland fiorentino.